L’Inghilterra ha deciso di uscire dall’Unione Europea.


E`una decisione che avrá conseguenze molto gravi e e forse mette in pericolo tutta la costruzione dell’Unione.
Occorrerá studiare attentamente le ragioni del “leave”.
Ci sono  motivi arroganti e nazionalistici o anche semplicemente miopi e di limitato orizzonte (come i pescatori che sperano vedere cosí aumentata la quota di pesce che possono pescare). Se sono questi i motivi che hanno prevalso, è veramente un segnale allarmante questa decisione, una vittoria delle forze più retrive e reazionarie.
Ci sono però anche molti motivi di malcontento con l’Unione Europea che le autoritá britanniche (e tutte le altre autoriutá europee peraltro) non hanno mai preso in sufficiente considerazione:

–          Si è costruita un’Unione aperta al movimento dei capitali ma che pone una quantità di ostacoli al movimento delle persone;

–          Si è posta l’esigenza, ai paesi che desiderano far parte dell’Unione, di soddisfare  determinate condizioni di equilibrio di bilancio ma mai di equilibri sociali (accesso all’istruzione, alla salute, non discriminazione delle minoranze).

–          Si è costruita una burocrazia elefantiaca  e costosissima, con un numero enorme di dipendenti iperpagati, con spostamenti assurdi e costosissimi  del Parlamento da Bruxelles a Strasburgo per soddisfare orgogli nazionalistici.

–          L’edificio dell’Unione europea non è democratico, gli elettori non vedono le conseguenze del loro voto, i rapporti fra Parlamento, Commissione, Consiglio e governi nazionali  vanno totalmente rinnovati. 

Se l’uscita della Gran Bretagna porterá a riflessioni su questi temi e a una concreta volontá di rinnovamento, forse non sará stata solamente un fatto negativo.

Antonella Dolci