Entrate nella rinascimentale Basilica di Sant’Agostino che, tra le altre cose, ospita un’opera pittorica di Caravaggio ed un affresco di Raffaello e, una volta varcato l’ingresso, giratevi verso la controfacciata. Vi troverete di fronte questo bel simulacro, circondato di ex voto è di fiocchi rosa e azzurri. La statua che avete dinanzi a voi è la celebre “Madonna del Parto”, sicuramente una delle effigi mariane più sentite a Roma. Realizzata da Jacopo Tatti, detto il Sansovino, nel 1516, questa Madonna è ricercata soprattutto dalle partorienti, poiché è protettrice dei parti e dei nascituri. L’iscrizione del simulacro dice infatti “VIRGO GLORIA TUA PARTUS”, e cioè “O Vergine il parto è la tua gloria”. Bel messaggio sicuramente, sebbene l’opera scultorea presenti anche sinistri origini pagane. Si dice infatti, quantomeno secondo tradizione, che il Sansovino scolpì questa Madonna partendo e restaurando una preesistente statua di epoca romana del I secolo d.C., raffigurante Agrippina Maggiore con in braccio il suo figliolo, l’imperatore Nerone. Certamente Agrippina non fu un grande esempio materno, se è vero che non esitò a far uccidere suoi parenti prossimi pur di veder salire al trono suo figlio Nerone, ancora in età adolescenziale. Quanto bastava ad Agrippina per poter davvero avere le redini dell’Impero, imponendo la sua ingombrante presenza anche al raggiungimento della maggiore età del figlio. Come sempre, dunque, c’è sempre un pizzico di antico e classico anche nella Roma del Rinascimento, ed anche nelle tradizioni cristiane.
Gianluca Pica (tr. MP)