Il 25 Aprile l’Italia celebra la liberazione dal nazifascismo, uno sciagurato ventennio in cui vennero abolite le più fondamentali libertà democratiche come il diritto di opposizione, i partiti e i sindacati, i giornali avversi al regime, il diritto di riunione. Un ventennio in cui vennero istituite leggi speciali contro gli ebrei italiani, e che si concluse con la partecipazione alla guerra di conquista voluta dalla Germania nazista che provocó centinaia di migliaia di vittime tra militari e civili e la distruzione di una gran parte del nostro paese.
Fu per riconquistare le libertà democratiche che parteciparono alla Resistenza da monarchici a comunisti, da socialisti a liberali a repubblicani, per costruire un’Italia nuova.
Migliaia di giovani uomini e giovani donne persero la vita in questa lotta, in guerra, o spediti in campi di concentramento, o assassinati per rappresaglia (come a Marzabotto o alle Fosse Ardeatine).
Ebbene oggi leggiamo che in diversi luoghi d’Italia sono state oggi vilipese lapidi di omaggio a caduti della Resistenza (come avvenuto ad Acilia dove è stata incendiata la corona di fiori deposta dall’ANPI in ricordo di Lido Duranti, morto nell’eccidio presso le Fosse Ardeatine del 1944). Uomini e donne disposti a morire per difendere i diritti fondamentali di tutti, anche degli avversari, diritti che a loro non erano stati riconosciuti.
Proviamo sdegno, e vergogna, di fronte a questa barbarie e sentiamo che la lotta contro il fascismo, purtroppo, è sempre attuale, anzi forse ora più che mai, quando il futuro ci appare pieno di incertezze e di minacce.
Per il Circolo ANPI di Stoccolma
Antonella Dolci