La sera dell’8 marzo ci ha lasciati Rolando (Aldo) Casnici.
Ha dedicato letteralmente tutta la sua vita alla comunità italiana in Svezia. Il prossimo anno sarebbero passati 70 anni dal suo arrivo.
Arrivò con il primo gruppo di operai metalmeccanici italiani reclutati a Brescia per lavorare all’Atlas-Copco, nel 1947.
Immediatamente prese contatti con l’antica associazione SAI che stava scomparendo e le ridiede nuova vita, facendovi iscrivere tutti gli italiani che conosceva. Alla SAI diede per tutti questi anni il suo contributo, non mancando mai a una riunione annuale, prendendo iniziative di attivitá e cercando di creare contatti anche con la comunitá svedese. Aveva un grande interesse per i conti e l’amministrazione e dubito che sia trascorso un anno in cui non fosse cassiere o revisore.
Fu anche tra coloro che presero l’iniziativa di prendere contatto con gli altri circoli italiani esistenti in Svezia per creare la federazione alla quale dedicò gran parte dei suoi sforzi.
Personalmente andò in Italia con una delegazione per cercare di fare andare in porto la Convenzione sulla sicurezza sociale.
Fu anche, in un incontro con altre federazioni etniche, colui che ebbe l’idea di creare un gruppo di collaborazione: “Vedo che abbiamo tutti gli stessi problemi. Perché non ci uniamo?”
Era un socialista nel senso più profondo della parola: credeva nell’unione, nella giustizia sociale, nell’uguaglianza. Odiava i privilegi e non ne volle mai nessuno per sé. Non lo interessavano le cariche o gli onori, voleva solo agire secondo coscienza.
Era anche un grande amante della vita, gli piaceva riunire gli amici, intorno ad una buona tavola e a un bicchiere di vino. D’estate, nel suo kolonilott, dove restava volentieri a dormire e la cui abbondante raccola divideva volentieri fra gli amici.
Ho avuto il privilegio di frequentarlo e l’onore di essere considerata un’amica. Era un lettore esigentissimo del Lavoratore e mi telefonava , dopo averlo letto accuratamente, per chiedere il significato di una parola o di una frase, dicendo: “Sei sicura che i nostri lettori la possano capire?”
Era la memoria storica della nostra comunità. Di uomini come Aldo Casnici se n’è perso, da tempo, lo stampo.
Lascia la sua compagna di una vita, Sole, alla quale va il sentito cordoglio mio personale e della FAIS
Antonella Dolci