A Roma la canonizzazione della Beata Maria Elisabetta Hesselblad il 4 giugno 2016
Nata il 4 giugno 1870 a Faglavick. Sin dall’infanzia l’allusione a “un solo ovile sotto un solo pastore” l’ha orientata alla ricerca della verità. Lo zelo ecumenico ha ottenuto di riportare il nuovo Ordine in Svezia. Noti sono la premura e lo zelo che esercitò durante la seconda guerra mondiale a favore del popolo romano e soprattutto degli Ebrei perseguitati.
Madre Hesselblad è stata definita “pellegrina dell’unità” per quel particolare dono di pensare l’unità come missione delle suore nei tempi nuovi.
Maria Elisabetta racconta questo suo anelito nelle «Memorie autobiografiche»:
“Da bambina, andando a scuola e vedendo che i miei compagni appartenevano a molte chiese diverse, cominciai a domandarmi quale fosse il vero Ovile, perché avevo letto nel Nuovo Testamento che ci sarebbe stato «un solo Ovile ed un solo Pastore». Pregai spesso per essere condotta a quell’Ovile e ricordo di averlo fatto specialmente in un’occasione quando, camminando sotto i grandi pini del mio paese natio, guardai in special modo verso il cielo e dissi: «Caro Padre, che sei nei cieli, indicami dov’è l’unico Ovile nel quale Tu ci vuoi tutti riuniti». Mi sembrò che una pace meravigliosa entrasse nella mia anima e che una voce mi rispondesse: “O, figlia mia, un giorno te lo indicherò. Questa sicurezza mi accompagnò in tutti gli anni che precedettero la mia entrata nella Chiesa”.
MP